A Pippo Montalbano e ai suoi familiari,
da un semplice scrivano francescano,
immeritatamente partecipe del vostro gioco d'affetti
che supera le barriere della vita,
e testimone della forza e dell'intensità
del vostro reciproco amore.
Fr. Giulio Giovanni Marcone, o.f.m.
Convento S. Francesco
Padula (SA), 27 Settembre 2011.
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Una carezza di figlio su un calendario,
un messaggio di figlia che è saluto e speranza,
un film che mette in contatto
tre cuori ed un angel lassù.
Poi parole si affacciano timide
in una notte che notte non è,
in una notte che è riempita di luce:
luce d'amore di padri e figli.
Universi distanti si affiancano
in un gioco di intrecci imprevisti,
guidati dallo zampino di un furbo papà
che vuol che i suoi figli non si sentano soli.
«Figlio mio, di teatri ho vissuto
e per finzione son capace di dolori e poesie…
Ma stavolta ascolta il tuo cuore:
se la mia voce senti: sorridi… perché finzione non è!
Figlia mia, lacrime e carezze, le tue,
riempion ancora questi anziani occhi miei:
sta tranquilla, sicura, le sento
perché ciò che c'era tra noi finito non è!
Figli miei sentite, ascoltate:
la Bellezza in me fu poesia.
Or quassù la contempo in Dio, l'Infinito,
che espande il mio amore per voi.
Vissi d'arte, di atti e di scene,
ma di quella mia vita il centro fu Fede
in quel Dio Padre che oggi ha ascoltato il cuor mio,
ed in cui vivo attendendo di ritrovarci, insieme, di qua.»
Or io scrivano mi fermo, confuso,
domandandovi: "fu caso o fu vero,
che un Dio nient'affatto dall'uomo lontano,
abbia esaudito il desiderio del vostro amato papà?"…
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